Aborto ricorrente, principali cause

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’aborto come l’interruzione spontanea della gravidanza prima che il feto sia vitale, vale a dire, prima che il feto pesi 500 grammi; ciò si corrisponde approssimativamente alla 20ª-22ª settimana di gestazione. L’incidenza dell’aborto nella popolazione generale è di circa il 15% e aumenta con l’età della paziente.
Il termine “aborto ricorrente o poliabortività” lo usiamo per riferirci a pazienti che hanno avuto due o più interruzioni di gravidanza non volontarie, siano esse consecutive o alternate da un parto.

Foto: Ashley Webb

Le probabilità di avere un nuovo aborto spontaneo in coppie con una prima perdita gestazionale aumentano fino al 18%. Dopo due aborti tale probabilità supera il 25%.

Quali sono le cause dell’aborto ricorrente o poliabortività?
Fino al 50% dei casi si attribuiscono a cause sconosciute, ma il resto dei casi possono essere dovuti ad altre cause che se evidenziate dopo uno studio esaustivo possono essere modificate o evitate.

– Cause genetiche:
Si realizza il cariotipo (studio del numero e della struttura dei cromosomi) nel sangue periferico a entrambi i partner per escludere l’esistenza di anomalie cromosomiche.

– Alterazioni anatomiche:
Le alterazioni della cavità uterina possono essere causa di aborti ricorrenti in alcune pazienti. In questi casi si raccomanda il trattamento di eventuali aderenze, setti uterini o miomi che possono deformare la cavità uterina. Queste alterazioni sono rilevate mediante tecniche di diagnostica per immagini come l’ecografia, la isterosalpingografia, la sonoisterografia e l’isteroscopia.

– Trombofilie:
Anomalie che coinvolgono i fattori della coagulazione possono provocare aborti ricorrenti. Rappresentano un gruppo di patologie caratterizzate da uno squilibrio tra i sistemi di coagulazione e di fibrinolisi. Le trombofilie si identificano mediante analisi del sangue e possono essere trattate con anticoagulanti.

– Endocrinopatie:
Ci sono elementi che se controllati non devono rappresentare un fattore di rischio come il diabete o la disfunzione della tiroide.

Disturbi immunitari:
La “tolleranza immunitaria” fondamentale al momento dell’impianto, implica che il sistema immunitario non riconosca l’embrione come un corpo estraneo e gli permetta di attecchire. Se è alterato tale meccanismo di tolleranza, l’embrione può essere riconosciuto come corpo estraneo e l’organismo può reagire contro di esso provocando un aborto.

Fattore maschile:
È possibile effettuare diversi test per studiare lo sperma dal punto di vista cromosomico: FISH, test di frammentazione del DNA spermatico o, se fosse necessario, uno studio delle meiosi nella biopsia testicolare.

Inebir, centro di fertilità a Siviglia, consiglia a tutte le coppie che hanno avuto due o più aborti di affidarsi a specialisti esperti in medicina della riproduzione per realizzare uno studio di fertilità. Il nostro team tratta ogni caso da una prospettiva multidisciplinare e individualizza ogni studio in funzione di fattori quali l’età, storia previa all’ultimo aborto, stile di vita, settimane di gravidanza in cui si è verificato l’aborto, l’ansia del partner, ecc.

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